La Storia va in Scena

La Sinossi dell’Opera Zarqa Al-Yamama

Bentornati!

Nella scorsa puntata abbiamo affrontato le evidenze storiche dietro la trama dell’opera “Zarqa Al-Yamama”, composta dall’australiano Lee Bradshaw. Oggi ci inoltreremo nel processo che ha permesso alla storia di diventare un libretto, ed al libretto di trasformarsi in un’opera.

La costruzione di un miracolo

L’iniziativa di creare una nuova opera originale saudita è stata capeggiata dal Ministero per la Cultura del Regno dell’Arabia Saudita, e portato avanti dagli sforzi della Commissione per il Teatro e per lo Spettacolo e del Teatro Nazionale.

Avere avuto la possibilità di assistere in prima persona a quanto stava accadendo e a quanta passione, entusiasmo e dedizione ogni persona coinvolta stesse investendo è stata un’esperienza commovente. Riuscire a congratularsi con il Sig. Sultano Al Bazie, A.D. della Commissione per il Teatro e per lo Spettacolo, dopo la prima ed ascoltare come, con estrema calma, esprimeva la sua speranza che questa creazione potesse significare qualcosa per la sua gente, incoraggiandola ad intraprendere una carriera nelle arti, mi ha mandato direttamente al tappeto. Come se non bastasse, paragonare questo con il comportamento del mio paese, l’Italia, dove i fondi e le iniziative per cultura, musica, educazione e arte vengono tagliati più e più ogni anno in favore di spese militari, è stato un duro colpo da incassare.

Il libretto

La stesura del libretto della prima opera lirica in lingua araba, nonché prima opera dell’Arabia Saudita, è stata affidata al poeta e drammaturgo saudita Saleh Zamanan, vincitore di svariati premi per le sue raccolte di poesie ed i suoi drammi, a loro volta tradotti in diverse lingue.

Il risultato di questo sforzo, completato nel 2021, include il riassunto della storia, la lista dei personaggi, ed il testo teatrale. La versione finale che sentiamo nell’opera è un adattamento del testo di Zamanan al fine di calzare al meglio la sua veste musicale, ed è stato realizzato dal compositore, Lee Bradshaw, e dalla sua assistente, Cathryn Burgess.

La ragione per cui il testo originale non ha potuto essere utilizzato è la sua struttura, più simile ad un lavoro di Pirandello, Čechov, o Shakespeare, adatta quindi ad una rappresentazione scenica priva di musica. Un libretto d’opera, invece, richiede di prestare attenzione a diversi aspetti aggiuntivi, il principale dei quali è proprio la musica!

La storia ci racconta di quante lettere Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte si siano scambiati durante la creazione del Don Giovanni o del Le nozze di Figaro, o quante discussioni più o meno civili Giuseppe Verdi ed Arrigo Boito abbiano avuto sull’Otello. Una cosa è certa, però: alla fine, il compositore la spuntava sempre!

Personaggi

Ci addentriamo ora in una situazione più delicata in quanto non tutti i personaggi che incontriamo nell’opera corrispondono ai personaggi storici descritti nell’articolo precedente. Tra parentesi dopo il nome viene indicato il registro vocale scelto dal compositore.

Partendo dal ruolo principale, Zarqa al-Yamama (mezzo-soprano), letteralmente “la donna dagli occhi blu”, simboleggia la saggezza e l’intuito, ed è la rappresentazione fisica del sapere arabo profondamente radicato nel deserto. In qualità di veggente della tribù di Jadīs, Zarqa possiede il dono della divinazione attraverso la sua interazione con gli “Arabi Estinti”, ricevendo nelle visioni presagi sul futuro. È sorella di Riyāh b. Murrah della tribù di Ṭasm, sebbene questo dettaglio non ci venga rivelato all’inizio dell’opera1.

In seguito, troviamo Hazila (soprano — drammatico), “la Madre”, rappresentante l’amore, la devozione ed il sacrificio. Hazila è la Matriarca dei Jadīs ed è invischiata in una controversia sull’affidamento di suo figlio con l’estraniato marito (Qabis, che appare nell’opera come un personaggio-non-cantante). È venuta a cercare di ottenere una risoluzione da Re ‘Amlūq di Ṭasm2.

Afira bin Ghifār della tribù di Jadīs (soprano lirico), “la Vergine”, simboleggia l’innocenza e la virtù. È promessa sposa di Naoufel e sorella di Al Aswad bin Ghifār3.

Re Amliq di Ṭasm (basso), simboleggia le forze universali del caos, della distruzione e del terrore. Nell’opera, questo personaggio viene unito, dopo la sua morte, a quello del Comandante delle armate del Re Taba ed etichettato in partitura come “Commendatore”, in chiaro riferimento al Don Giovanni di Mozart. Per essere coerenti con la storia, le armate che decimarono i Jadīs appartenevano a Re Ḥassān bin Tubba’, sovrano del Regno Himyarita. Il nome “Taba”, probabilmente un errore di trascrizione di “Tubba’”, potrebbe riferirsi al figlio di Re Ḥassān, Sharhabil Yakkuf, noto nel folclore arabo come “Tubba’ bin Hassan”. Egli salì al trono intorno al 470 d.C., dopo che suo zio aveva assassinato suo padre usurpando il trono, perciò almeno 20 anni dopo i nostri eventi4.

Riyāh b. Murrah (baritono – lirico) è, secondo la nostra storia, uno dei pochi sopravvissuti del massacro di Ṭasm per mano dei Jadīs. Nell’opera egli ricopre il ruolo aggiuntivo di assistente di Re Amliq. Fratello di Zarqa, possiede l’abilità di viaggiare portato dal vento, ma non è chiaro se sia anch’egli un veggente.

Al Aswad bin Ghifār (tenore) simboleggia l’orgoglio e l’egocentrismo. Il suo personaggio dimostra come le buone intenzioni possano diventare agenti di corruttibilità personale. Fratello di Afira e nobiluomo della tribù di Jadīs. Il fatto che si autoproclamerà re della tribù dopo il “colpo di Stato” non viene trattato nell’opera.

Altri due personaggi fanno la loro comparsa: Naoufel (tenore) e Nora. Naoufel è lo sposo di Afira ed è, in verità, il poeta, Saleh Zamanan, che rappresenta sé stesso nell’opera. Egli è la rappresentazione maschile dell’innocenza e della virtù. Nora, invece, è un testimone contemporaneo che prova a collegare il passato ed il presente. La curiosità nel suo sguardo tenta di districare i misteri della storia mentre si svolge di fronte ai suoi occhi. Potrebbe essere definita come una cercatrice di esperienze umane senza tempo.

Se confrontiamo questa lista con la storia descritta nell’articolo precedente, notiamo immediatamente che Hazila, Qabis ed Afira non vengono menzionati da al-Tabari nel suo libro—Storia dei Profeti e dei Re—, completato entro il 915 d.C. Esiste, però, un’altra fonte, sebbene unicamente in arabo, dove è possibile scoprire di più su questi personaggi. Si tratta del Mu’jam al-Buldan, letteralmente “Il Dizionario delle Nazioni” scritto da Yaqut al-Hamawi (1179–1229). Questo suo capolavoro, la cui stesura risale agli anni 1224-1228—quindi tre secoli dopo il lavoro di al-Tabari—è un’accurata gazzetta ordinata alfabeticamente del mondo allora conosciuto che include informazioni toponomastiche, geografiche e biografiche di luoghi ed individui degni di nota. Con circa 12.952 voci e indici approfonditi, fornisce uno sguardo dettagliato sul mondo medievale attingendo ad opere precedenti ed ai suoi viaggi. Il testo è considerato una fonte affidabile e autorevole e contiene preziose informazioni geografiche e storiche sulla terra di Yamāmah5. Solamente una sezione riguardante la Persia è stata tradotta in francese6, mentre nessuna di essa sembra essere disponibile in inglese.

In questo libro si trova una sezione riguardante la regione di Yamāmah (all’epoca chiamata Jaww o Jūwā) nella quale si menziona come il suo nome derivasse dalla figlia di Saham ibn Tasim. L’intera storia comprendente i personaggi soprammenzionati è inclusa nel libro, e può essere letta (in Arabo) a partire dalla pagina 442 seguendo questo collegamento. Come con tutte le storie del passato, possiamo fare poco più di fidarci delle fonti trovate, derivando da loro le nostre migliori conclusioni.

Secondo l’autore del libretto, i personaggi dell’opera sono stati scolpiti mescolando tracce storiche e racconti mitologici arricchiti dalla tradizione orale. In conclusione, non è importante quale versione della storia si scelga, bensì ottenere una comprensione più profonda del contesto che la musica dovrà cercare di riportare in vita.

Sinossi

È giunto ora il momento di affrontare ciò che si dipanerà sulla scena, riflettendo le scelte del regista Daniele Finzi Pasca. L’opera è divisa in due atti, rispettivamente di sette e cinque scene. Ogni atto ha un intermezzo, prima della terza e della nona scena.

Atto 1

Scena 1. Al-Yamāmah

La fanciulla Nora è la prima a salire sul palcoscenico al fine di aprire il sipario, con il pizzicato dei contrabbassi a marcare l’inizio del nostro viaggio attraverso il tempo. La vergine Afira sta aspettando il suo promesso sposo, Naoufel, il quale è a caccia. Afira patisce la sua assenza e le sue lacrime lavano via l’henné utilizzato per decorarsi le mani. Zarqa, la veggente dagli occhi blu della tribù di Jadīs, le si avvicina nel tentativo di consolarla, dicendole come l’amore le mostrerà la strada. Non contenta, Afira insiste, chiedendo cosa Zarqa veda oltre l’orizzonte. Mentre lei vede il ritorno del suo amato, vede anche un cuore spezzato. La scena si conclude con la voce degli “Arabi Estinti” che sussurrano un cupo avvertimento.

Scena 2. La Sala del Trono di Re Amliq

L’attenzione si sposta nella sala del trono di Re Amliq di Ṭasm, con la potenza degli ottoni a dipingere con maestria la sua tirannica oppressione.

Qui troviamo Hazila, la stimata matriarca della tribù di Jadīs, giunta a chiedere giustizia per la sua controversia sull’affidamento di suo figlio con l’ex-marito Qabis. Qui assistiamo ad uno dei momenti melodici più intensamente commoventi dell’opera. Il minaccioso “tema della tirannia” ritorna quando Re Amliq decide di schiavizzare il loro figlio nella sua visione personale di “giusta risoluzione”. La protesta di Hazila contro l’ingiustizia di questa decisione causa ancora più danni in quanto Amliq, furioso, stabilisce che nessuna vergine di Jadīs potrà sposarsi senza essere prima passata dal suo letto.

Intermezzo — Quartetto

Mentre questi eventi si sanno svolgendo, Afira sta sognando ad occhi aperti, accompagnata da due damigelle. Naoufel ritorna dalla battuta di caccia ed incoraggia la sua amata a non perdere le speranze poiché l’amore, alla fine, trionferà.

Scena 3. Il matrimonio di Afira. La notte delle lacrime.

Nel giorno del matrimonio di Afira e Naoufel, tra danze e canti, re Amliq ed i suoi soldati fanno irruzione nel banchetto, seminando terrore tra i membri della tribù di Jadīs e rovinando la festa. Il sovrano porta via la sposa e rifiuta la sfida a duello del fratello di Afira, Al Aswad, guerriero della tribù, il quale promette vendetta, dicendo che nessuna umiliazione verrà perdonata.

Amliq, di rimando, promette di sterminare l’intera tribù se non si sottometteranno, e la scena si conclude con un doloroso lamento da parte di Zarqa, supportato dai singhiozzi disperati di Jadīs.

Scena 4. Le lacrime di Afira

La scena seguente vede Afira emergere dalla camera da letto di Amliq, devastata dalla sofferenza, chiedendosi cosa abbia fatto per essere forzata contro la sua volontà. Segue poi un esteso momento corale, durante il quale Hazila cerca di consolare Afira.

Scena 5. Il dolore di Hazila

Hazila è schiacciata dal senso di responsabilità per quanto accaduto ad Afira7 ed il suo grido disperato viene percepito dal campione della tribù di Jadīs, nonché fratello di Afira, Al Aswad bin Ghifār. Egli e Hazila riuniscono la tribù, in fronte alla quale “Il Nero” tiene un discorso entusiasmante. La tribù si unisce alla frenesia ed è possibile percepire il loro sangue ribollire, mentre si preparano a colpire.

Al Aswad organizza una festa “a sorpresa” per Re Amliq e per la tribù di Ṭasm, nella quale banchetteranno in suo onore, giurandogli lealtà e promettendo doni. Una volta avviato il festeggiamento, colpiranno!

Zarqa prova, invano, di convincere il guerriero a non proseguire lungo questo sentiero di vendetta e sofferenza.

Scena 6. Il lamento di Zarqa

La voce degli Arabi Estinti si fa nuovamente sentire in lontananza mentre Zarqa si dispera per come la sete di vendetta della sua gente sarà la sua rovina. Ella continua ad avere visioni di “abitazioni vuote e tanta, troppa morte” e Hazila cerca di capire cosa questo voglia dire. Entrambe, però, vengono interrotte dalle voci assetate di sangue dei Jadīs mentre affilano le proprie spade.

Scena 7. La danza della guerra

La prima parte di questa scena è occupata da una danza della guerra propiziatoria da parte della tribù di Jadīs. Hazila è visibilmente preoccupata e chiede a Zarqa perché tutto intorno a loro la paura possa essere percepita con così tanta intensità. Il primo atto si conclude con Zarqa che rivela come non ci sarà un domani, né per Ṭasm né per Jadīs.

Atto 2

Scena 8. La morte di Amliq

Re Amliq raggiunge l’accampamento Jadīs, accompagnato dalla fanfara reale. Si accorge della presenza di Hazila e le rivela la notizia della morte di suo figlio, prima di procedere con la richiesta di più vino. Mentre beve, si rende conto di quanto esso sia forte8. Al Aswad comincia a tessere le lodi di Amliq mentre l’orchestra intraprende un accompagnamento in stile di basso ostinato.

A questo punto, Amliq chiede di vedere la sorella di Al Aswad, Afira. Mentre entra nella stanza, cantando la medesima melodia con la quale aveva aperto l’opera, ella dona il segnale, ed il massacro di Ṭasm può cominciare. La vita di Riyah viene risparmiata in quanto fratello di Zarqa, e gli viene permesso di fuggire a Sud.

La tribù si lascia andare alla frenesia della festa, con l’orgoglio di Al Aswad che cresce ad ogni momento che passa, mostrando che, a suo modo, egli non è poi così diverso da Amliq9. In lontananza possiamo sentire gli Arabi Estinti cantare “Guai alla tribù”, ma i Jadīs non possono sentire il loro avvertimento.

Intermezzo — Hijeni

Mentre Nora viene accompagnata sul palcoscenico da un flauto ney e da un oud, Zarqa piange lacrime blu come i suoi occhi, sia per coloro che non sono più vivi sia per quelli che sono rimasti.

Scena 9. La tempesta nel deserto

Riyah bin Murrah fugge a sud e raggiunge l’esercito di Re Taba10, condotto da un feroce Comandante.

Riyah li mette al corrente del massacro di Ṭasm per mano dei Jadīs ed implora il comandante di portare giustizia. Li avverte, inoltre, delle capacità divinatorie di Zarqa e consiglia ai soldati di nascondersi dietro ad alberi sradicati durante la marcia.

Scena 10. La profezia di Zarqa

Mentre i Jadīs stanno ancora festeggiando, Zarqa scorge l’esercito himyarita in avvicinamento e cerca di avvertire la sua gente. Al Aswad e i suoi consiglieri non la ascoltano, credendo che abbia perso la testa.

Hazila e Zarqa cercano di consolarsi a vicenda, alla fine rassegnandosi a lasciare ognuno al proprio destino.

Scena 11. La morte di Hazila

Distrutta dal dolore per la morte di suo figlio, Hazila si spegne silenziosamente tra le braccia di Zarqa e la veggente canta un delicato addio alla sua amica che presto si unirà agli Arabi Estinti.

Come vedremo nell’analisi musicale, quanto segue è forse uno dei momenti più incredibilmente meravigliosi dell’intera opera, con il coro che canta una ninnananna per l’eterno riposo di Hazila, accompagnata dai violoncelli divisi (cosa si potrebbe desiderare di più?).

Scena 12. Coro di guerra & Finale.

Un corto intermezzo di ney e oud introduce il terrificante attacco delle forze del re himyarita. Il sipario si innalza per mostrare un mucchio di cadaveri in seguito al massacro.

Il Comandante dell’armata si fa largo tra i morti accompagnato da Riyah, mentre si può sentire il canto dei fantasmi di Jadīs in lontananza. Nonostante le suppliche di Riyah il Comandante, spaventato dal mistico canto di Zarqa nel quale lei lo avverte che questa luna sarà l’ultima che lui vedrà, le cava gli occhi11.

Prima di morire, Zarqa dona il suo antimonio ad Afira, affermando che lei sarà la prossima veggente del popolo arabo. Afira lo accetta, se lo applica sugli occhi, e canta l’aria conclusiva dell’opera. La potenza di questo testo può essere compresa soltanto leggendolo direttamente:

Oh, se solo fossi la grazia della luce del giorno,

per assistere al popolo arabo, una razza predestinata,

spargere di nuovo l’amore sulle nostre anime.

Se solo fossi domani, quel posto così lontano.

Anche se, forse, non ci saremo più.

Un nuovo giorno sta arrivando, mio popolo, e giungerà una nuova alba.

Paesi arabi siate pazienti.

Sento matrimoni avvicinarsi dal domani.

Anche se, forse, non ci saremo più.

Il sipario si chiude con una pioggia di petali di rosa a benedire l’ascensione di Afira e, di conseguenza, del popolo arabo.

Conclusioni

Questo è tutto per la seconda parte di questa trilogia di articoli sull’opera Zarqa Al-Yamama. Mi rendo conto di come questa sia stata piuttosto lunga, quindi vi ringrazio per essere rimasti fino a questo punto. I miei più sentiti ringraziamenti vanno al Dr. Khalid Amine (Ph.D.), Senior Professor of Performance Studies, AEU, Marocco, per il suo prezioso aiuto nella comprensione delle fonti e per aver corretto i miei errori. La prossima volta ci immergeremo a capofitto nella musica. Sono certo che non vorrete mancare!

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Alla prossima, e grazie!

Michele

  1. In un possibile tentativo di semplificarne la fruizione ai lettori non arabi, il nome di Riyāh’ è stato cambiato in Riyah Ibn Murra, mentre la tribù di Ṭasm è stata semplificata in Tassam. Se uno ascolta attentamente, però, può discernere l’originale arabo.
  2. Nell’opera egli viene chiamato “Re Amliq” ed eguale è la pronuncia, sebbene non sia riuscito a trovare sorgenti definitive riguardanti il suo vero nome.
  3. Nell’opera egli viene chiamato “Ben Afar Al Aswad”, e gli ci si rivolge con “il Nero”, traduzione letterale di “Al Aswad”.
  4. Per maggiori informazioni, si consulti questo articolo: https://en.wikipedia.org/wiki/Sharhabil_Yakkuf
  5. Per saperne di più sull’autore: https://en.wikipedia.org/wiki/Yaqut_al-Hamawi. Una copia del testo originale (in arabo) è disponibile qui: https://www.loc.gov/item/2021666167
  6. Disponibile qui, su Archive.org: Dictionnaire géographique, historique et littéraire de la Perse et des contrées adjacentes, extrait du “Mo’djem el-Bouldan” de Yaquout, et complété à l’aide de documents arabes et persans pour la plupart inédits
  7. In al-Hamawi, l’odio della tribù per ciò che Hazila ha scatenato è vividamente descritto.
  8. Questa è una deviazione dalla storia originale al fine di evitare violenza sul palcoscenico. Il re viene avvelenato invece di venire giustiziato all’arma bianca.
  9. In Al-Tabari, apprendiamo che egli divenne per un breve periodo Re Al Aswad della tribù di Jadīs dopo la morte di Amlūq.
  10. Ḥassān bin Tubba’, secondo al-Tabari.
  11. Quest’atto viene simboleggiato sul palcoscenico dal Comandante che lega un tenue tessuto rosso sopra gli occhi di Zarqa.

Published by Michele Galvagno

Professional Musical Scores Designer and Engraver Graduated Classical Musician (cello) and Teacher Tech Enthusiast and Apprentice iOS / macOS Developer Grafico di Partiture Musicali Professionista Musicista classico diplomato (violoncello) ed insegnante Appassionato di tecnologia ed apprendista Sviluppatore iOS / macOS

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